Come si misura l’efficienza energetica di un edificio? Al giorno d’oggi, è possibile attestare la classificazione energetica degli edifici attraverso un documento, orma indispensabile, denominato certificazione energetica.

L’analisi tecnica riassunta nella certificazione, soggetto di questo articolo, fornisce un quadro estremamente fedele dei consumi di energia e di quanto l’edificio sia in linea con la transizione energetica in atto in questi ultimi anni (Il futuro passa per la transizione energetica).

Entriamo nello specifico, conosciamo il concetto di classificazione energetica e come viene redatta la relativa certificazione. Scopriremo, inoltre, come l’argomento interessi anche la scelta e le prestazioni degli elettrodomestici.

La classificazione energetica degli edifici: in cosa consiste?

Prima di tutto, è giusto domandarsi che cosa sia la classificazione energetica degli edifici. Anche detta, classe energetica, si tratta di un valore che consente di conoscere i consumi energetici di un edificio, dopo un attento esame strutturale e funzionale di una casa o di un’azienda.

L’impatto ambientale che un edificio presenta, se alto oppure basso, ne determina il valore immobiliare e il costo del suo mantenimento. Infatti, indicando la quantità di fonti di energia non rinnovabile utilizzata, per esempio, per riscaldare una casa, offre un’idea precisa dell’effetto sull’ambiente e della spesa richiesta per mantenere un adeguato livello di comfort.

 

Quali parametri si considerano ai fini della classificazione energetica di un edificio?

Tutti i parametri che si prendono in considerazione nell’elaborazione di una certificazione energetica hanno a che fare con l’efficientamento.

Alcuni di questi sono:

  • Infissi e serramenti;
  • Cappotto termico e livello di coibentazione;
  • Impianti tecnologici e/o presenza di pannelli fotovoltaici;
  • Generatore di calore (caldaia, pompa di calore, stufa, ecc.);

La classe energetica va dalla A4, la più elevata, alla classe energetica G, quella più bassa. Più la classe energetica è alta e maggiore sarà il risparmio energetico garantito, a fronte di un minore impatto ambientale.

Il sistema di valutazione degli edifici sta permettendo un ammodernamento del patrimonio immobiliare italiano, per la gran parte troppo datato, e la diffusione di nuove costruzioni energeticamente efficienti e funzionali.

Quando è nata la certificazione energetica degli edifici?

Di classificazione energetica, se n’è cominciato a parlare già nel 1991. La regolamentazione legislativa è arrivata grazie al D. Lgs. 192/95 del 2005, con successivi piccoli interventi di modifica.

Ma, il punto di svolta arriva nel 2015 con il DM 162/5, quando viene introdotta la nuova certificazione APE, uniforme a livello nazionale. Ci sono voluti circa 25 anni, pertanto, per avere la certificazione energetica attuale, ora documento ufficiale che accompagna un edificio fin dalla sua realizzazione.

È possibile verificare se un immobile è dotato di certificazione energetica?

La risposta a questa domanda è: sì, senza alcun dubbio. Infatti, quando si prende in affitto una casa o, addirittura, la si acquista, la certificazione energetica viene comunicata, così da sapere subito quanto sarà indicativamente la spesa generata dalle utenze.

Se, invece, si vuole ricevere la certificazione energetica dell’immobile di cui si è già proprietari, è necessario rivolgersi ad un tecnico, un professionista abilitato: un ingegnere, geometra o architetto, che possa ispezionare l’immobile analizzando le sue caratteristiche. Una volta ottenuto il risultato, è possibile valutare i lavori da svolgere per elevare la classe energetica.

Con il costo dell’energia che aumenta, conoscere e migliorare la propria classe energetica è fondamentale per riuscire a contrastare il caro bollette (Efficientamento energetico: come migliorarlo).

Cos’è la certificazione energetica: APE, ACE e AQE

La certificazione energetica, per sintetizzare, fornisce informazioni precise su un edificio, calcolandone la prestazione energetica e promuovendo interventi che ne migliorino l’efficienza.

Attualmente, ci sono tre diverse tipologie di certificazione energetica e sono:

  • AQE (Attestato di Qualificazione Energetica)
  • ACE (Attestato di Certificazione Energetica)
  • APE (Attestato di Prestazione Energetica)

L’AQE è necessaria per certificare che durante i lavori siano state rispettate le prescrizioni per incrementare l’efficienza energetica.

L’ACE serve a individuare le caratteristiche energetiche di un edificio, con una particolare attenzione ai consumi.

L’APE è la certificazione energetica più richiesta, in quanto, a differenza dell’ACE, assegna anche una classe energetica all’edificio (per saperne di più, clicca qui).

L’APE viene rilasciata dopo un sopralluogo, in cui un tecnico specializzato analizza tutti gli indici che determinano la prestazione energetica e li inserisce in uno dei programmi certificati dal CTI (Comitato Termotecnico Italiano) che daranno poi il risultato della classe energetica corrispondente.

La certificazione energetica è obbligatoria?

Ci sono dei casi in cui la certificazione energetica è obbligatoria. Nello specifico in edifici:

  • Nuovi;
  • Sottoposti a demolizione e ricostruzione;
  • Esistenti per compravendita o nuovo contratto di locazione;
  • Sottoposti a ristrutturazioni importanti.

Inoltre, è richiesta in questi ambiti:

  • Contratti d’affitto;
  • Atti notarili di Compravendita;
  • Detrazioni fiscali;
  • Annunci immobiliari;
  • Convenzioni GSE ed incentivi fotovoltaico.

Un documento così importante implica una prestazione a pagamento.

 

Costo della certificazione energetica: come orientarsi?

Per conoscere il costo della certificazione energetica APE è necessario rivolgersi ad un professionista. Prendendo il caso di un immobile di 100/120 mq, il costo del documento (incluso il sopralluogo e i rilievi necessari) oscilla intorno ai 300,00/400,00 €.

C’è da considerare il fatto che l’APE ha una validità di 10 anni, una durata notevole a fronte di una spesa iniziale contenuta.

La certificazione energetica è detraibile?

Nella norma, la certificazione energetica non è detraibile. Però, per quanto riguarda l’Ecobonus, le spese per l’APE sono detraibili se la certificazione energetica è necessaria per ottenere l’agevolazione.

Classe di efficienza energetica: gli elettrodomestici

Anche gli elettrodomestici si distinguono per classe energetica, che ne attesta l’efficienza e l’impatto ambientale.

La prima certificazione energetica per gli elettrodomestici si attesta nel 1995.  A indicare il consumo di ogni elettrodomestico è un’etichetta, metodo che permette il confronto dei prodotti.

Inizialmente, come per gli edifici, si andava dalla classe energetica più alta, la A, alla classe più bassa, la G. Nel 2010 la scala è stata modificata in seguito alle nuove spinte tecnologiche.

Se, infatti, dal 2010 al 2021 erano state introdotte le classi A+, A++ e A+++, con classe energetica bassa corrispondente alla lettera D, gli elettrodomestici hanno, poi, dovuto essere riqualificati e ridistribuiti come in origine, cioè dalla classe energetica A alla classe energetica G.

La classificazione degli elettrodomestici è stata resa obbligatoria per i seguenti prodotti:

  • Lavatrici;
  • Asciugatrici;
  • Congelatori;
  • Frigoriferi;
  • Lavastoviglie;
  • Sorgenti luminose;
  • Televisori.

La classe energetica è riconosciuta dall’Unione Europea e va rinnovata ogni 10 anni, per mantenerla sempre aggiornata e in linea con le nuove tecnologie in sviluppo.

Classe energetica: quanto incide sul consumo degli elettrodomestici?

Un elettrodomestico di classe energetica alta consuma certamente meno di una classe energetica F o G, che consuma all’incirca il doppio della sua controparte più efficiente.

Contro il caro bollette, infatti, è stato istituito il Bonus elettrodomestici, per permettere la sostituzione di dispositivi con classe energetica bassa o media e passare a una classe energetica più elevata. In questo modo, i consumi si dimezzano e questo favorirà maggiore risparmio energetico (per saperne di più, clicca qui).

In conclusione, è fondamentale conoscere la classe energetica, degli edifici o degli elettrodomestici.

Questo, perché può essere la spinta giusta per rendere la propria abitazione efficiente e ridurre il proprio impatto ambientale, facendo scelte consapevoli come privilegiare l’utilizzo di sistemi per la produzione di fonti di energia rinnovabile, ad esempio, il fotovoltaico.

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